Il PD è in convalescenza
post-amministrative ma “sono fiducioso che non serva l’antibiotico”. È lucida e
senza giri di parole l’analisi del partito e del paese che ha offerto l’on.
Matteo Richetti al pubblico della Festa provinciale dell’Unità, in corso a Suzzara.
Presentando il suo libro “Harambee, per fare politica ci vuole passione” l’ex
rottamatore ha rivolto critiche al governo Renzi pur ritenendo quella del
premier la più forte leadership europea del centro sinistra.
“Ho contribuito a
costruire il carro del vincitore ma mi interessa di più la sua direzione” ha
detto Richetti rispondendo alle domande del direttore della Gazzetta di Mantova Paolo Boldrini “la rottamazione era quelle delle cattive prassi ma non dobbiamo
dimenticare che cosa fonda il nostro impegno, e cioè la mutualità, la
cooperazione e la solidarietà”. Le riforme sono doverose ma un paese con
un’idea indecorosa della politica non si aggiusta, perché “la politica è un joystick
potente se ben usato, ma deve tornare ad avere una reputazione”. Perciò basta
insulti, perché le rivoluzioni si fanno con “onestà, umiltà e rispetto”, basta
accanimento sui social network “che devono essere uno strumento, non un fine
della comunicazione”.
Riferendosi ai 5 Stelle, Richetti sostiene
che non si debba cedere all’abbruttimento: “mentre loro insultano noi dobbiamo
parlare di lavoro sviluppo e impresa” ha incalzato Richetti “i cittadini
vogliono che non li lasciamo da soli anche quando non c’entriamo niente, il
paese va tenuto insieme e portato per mano”. E per cambiare il paese, la
riforma costituzionale è necessaria ma se Renzi lega il suo destino di premier
all’esito del referendum “si finisce a discutere di quello” ammonisce Richetti
“e invece dobbiamo discutere del futuro del paese”.
In questo scenario peraltro
latitano le politiche economiche per rimettere in moto il paese, come ad
esempio un “piano casa alla centro sinistra, che preveda interventi di
demolizione e ricostruzione antisismica e energetica”. Bene il jobs act, che ha
portato 590mila posti di lavoro, ma “bisogna anche dire che ha dato risposte
parziali”. L’ultima stoccata è per la minoranza interna del PD perché “non è
comprensibile che ogni discussione abbia sempre un pezzo del nostro partito
sull’Aventino” ha commentato Richetti “c’è una strumentalità eccessiva e un
pochino irresponsabile, perché il nostro dovere è quello di fare sintesi in un
paese già spaventato”.
Da sinistra, Boldrini e Richetti |