mercoledì 8 agosto 2012

VEN. 10 AGOSTO - SEN. MARCO FOLLINI - “IO VOTO SHAKESPEARE”.


Venerdi 10 agosto
Il Sen. Marco FOLLINI presenta il libro “IO VOTO SHAKESPEARE”. 
Intervista della giornalista Virginia Novellini di Mantova TV. 


 Sinossi del libro.
Il viaggio dal Transatlantico di Montecitorio al London Globe Theatre può apparire come una digressione stravagante. Ma non lo è più di tanto. Se si tende l’orecchio verso quelle scene si può quasi sentire l’eco di una disputa sul potere che è eterna e infinita.»Shakespeare e la sua immaginazione sono il punto di partenza per questa curiosa analisi sullo stato della nostra politica condotta da Marco Follini. I testi del Bardo hanno plasmato la nostra civiltà letteraria e rivelato non poche verità politiche. Soprattutto, nell'opera di Shakespeare, è la coscienza a emergere, e il suo valore nel discorso pubblico. È proprio questo, a ben vedere, il punto in cui la nostra trama politica si è spezzata: sul palcoscenico italiano si affollano grida e stridori, promesse e imbrogli, proclami e furbizie, ma manca l'onestà intellettuale di ascoltare quella vocina che dentro di noi ci avverte quando stiamo sbagliando, o facendo del male, o giocando sporco, o tradendo noi stessi e i nostri principi. O più semplicemente esagerando. Addentrandosi nella selva dei personaggi del teatro shakespeariano si rimane sorpresi nel trovare affinità e similitudini con la politica dei nostri giorni e l'evasione diventa un modo per ritrovare il senso delle proprie azioni, per immaginare un altro mondo, e un'altra politica.«A fura di leggere e rileggere il teatro shakespeariano mi sono convinto che tutto in lui ruota intorno a una parola: coscienza. Shakespeare è l’autore che radica più in profondità il valore della coscienza nel discorso pubblico. Il suo valore e la sua contraddittorietà. Esiste una coscienza rigorosa, che procede per passaggi inesorabili e lineari. Ed esiste, all’estremo opposto, una coscienza irregolare, erratica, che saltella di qua e di là, e si manifesta all’improvviso, e poi si nasconde, e poi ancora, quando si pensa d’averne perse le tracce, torna sul proscenio a fare la differenza. Quella coscienza dirige i passi dei potenti poiché è molto più potente di ognuno di loro.»