mercoledì 28 settembre 2011

GUARDINI: LA MANOVRA SCORAGGIA IL LAVORO

Possiamo dire tranquillamente che la manovra economica del Governo scoraggia interventi in tal senso, pur avendo l’Italia bisogno di lavoro. Il PIL tedesco pro capite è circa il 30% più alto di quello italiano. Due terzi di questo gap sono dovuti al semplice fatto che in Italia il 63% delle persone tra 15 e 65 anni lavora, contro il 75% della Germania. In Danimarca e in Svezia addirittura quasi l’80% delle persone comprese in quella fascia lavora. Questo gap è particolarmente forte nelle due estremità della vita lavorativa. Abbiamo un tasso di disoccupazione giovanile che sfiora il 30% (verso circa l’8% in Germania), e solo poco più del 30% delle persone nella fascia 55-65 anni lavora, mentre in Germania si raggiunge circa il 45%; in Svezia addirittura quasi il 70%. Da noi i giovani faticano a trovare lavoro e chi lo perde oltre i 45 anni fa molta fatica a reinserirsi. Cosa fa la Manovra sul fronte del lavoro?
Aumenta la tassazione sul lavoro, cioè l’IRPEF. Non lo fa solo sui dipendenti pubblici che guadagnano più di 90.000 euro all’anno o su tutti quelli che dichiarano nel loro 740 più di 300.000 euro all’anno (una porzione minima, forse non più del 10% di chi realmente raggiunge questi livelli di reddito). In realtà lo fa su tutti. Il taglio dei trasferimenti agli enti locali si tradurrà inevitabilmente in aumenti consistenti alle addizionali IRPEF comunali e regionali. Un aumento dell’IRPEF, già molto alta in Italia, è un disincentivo al lavoro, soprattutto quello onesto e regolare.
Cosa non fa la Manovra sul fronte del lavoro? Non affronta il problema delle pensioni delle future generazioni di lavoratori e lavoratrici, che dovranno andare in pensione a 70 anni, percependo, se va bene, il 50% dell’ultimo stipendio. Il Pd propone un’integrazione delle future pensioni, con una quota a carico della fiscalità generale, determinata in relazione alla contribuzione versata. Cosa ancor più grave, la Manovra non affronta il problema della disoccupazione giovanile. Per facilitare l’ingresso dei giovani nel mercato del lavoro, il Pd propone di superare il dualismo nel mercato attraverso il ricorso al “contratto unico di inserimento formativo”. A questo si deve aggiungere la diminuzione del costo del lavoro quando questo è stabile. Non più un contratto a termine che disincentiva la formazione di un rapporto di lavoro nel lungo periodo. È necessario scoraggiare l’uso improprio di forme contrattuali precarie, eliminando peraltro lo staff leasing e il lavoro a chiamata, e incentivare le aziende ad aumentare di dimensione, perché è verificato che la più alta percentuale di precari è concentrata nelle imprese con meno di 9 occupati, ossia nelle unità produttive “libere” dai vincoli dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori, mentre gli stessi diminuiscono laddove aumenta la dimensione occupazionale dell’impresa. Non si tratta di modificare i diritti acquisiti di chi gode oggi della protezione del contratto a tempo indeterminato, ma di dare ai milioni di precari e di disoccupati, che oggi hanno poche prospettive professionali, maggiori opportunità di un lavoro vero, con una protezione nel caso di perdita del posto e la possibilità di una riqualificazione professionale. Un altro aspetto molto grave del comportamento del Governo riguarda la crociata ideologica del ministro Sacconi contro i diritti dei lavoratori e delle lavoratrici. L’introduzione dell’art.8 nel decreto è un atto di sabotaggio irresponsabile per far saltare scientemente il percorso unitario, definito il 28 giugno scorso da Cgli, Cisl, Uil e Confindustria, per scardinare il contratto nazionale del lavoro e per derogare all’applicazione dell’art.18 dello Statuto dei lavoratori. Un Governo che non agisce nell’interesse dell’Italia e dei lavoratori, che non ascolta la voce dei lavoratori e delle organizzazioni che li rappresentano, non è degno di amministrare questo Paese. Gli sono state concesse fin troppe opportunità. È giunto il momento di farsi da parte e di cercare di voltare pagina.
Alberto Guardini
Responsabile Lavoro PD Mantova