venerdì 30 marzo 2012

SEGRETARIO FONTANA - IL RILANCIO DELLA CULTURA A MANTOVA


Poche settimane fa ebbi modo di intervenire sul alcuni punti delicati della politica culturale mantovana, con particolare riferimento a centri nevralgici sia sul piano della tradizione che della prospettiva. Tutti con il cuore pulsante nel Comune capoluogo. Tra questi citavo Palazzo Te, la cui crisi ha innescato un giusto dibattito pubblico. Ritrovando nella lettera degli intellettuali mantovani pubblicata dalla Gazzetta di Mantova relativa alla vicenda del Centro Te alcune di quelle riflessioni, ritengo necessario proseguire un ragionamento e confermare un impegno. Il Centro Te rappresenta la più significativa espressione della nostra terra 

collocata in relazione con il resto del mondo e la situazione che si sta determinando, con una difficoltà progressiva nell’affrontare il deficit e nel programmare gli eventi futuri, è strettamente legata alla possibilità di individuare, come avevo già proposto, soggetti e personalità in grado di svolgere una funzione di rilancio dell’intero centro. È questa una questione centrale. Ecco quindi che se si guarda al Centro Te con lo sguardo giusto, il ragionamento fatto dal presidente Pastacci e dall’assessore Zaltieri sul contributo della Provincia è tutt’altro che infondato. Ragionamento che si interseca con le richieste di chiarimento sul futuro formulate dal capogruppo Pd in consiglio comunale Giovanni Buvoli. Palazzo Te è un centro internazionale ed è da questo assunto che dovrebbe partire un piano di rilancio che varchi il perimetro del comune capoluogo. Il Centro internazionale dovrebbe fare leva su questa vocazione naturale a parlare con il mondo; lo potrà fare se sarà in grado di ritrovare lo spirito dei fondatori, di quelle intelligenze che diedero vita a questa istituzione oggi piegata da una crisi particolarmente difficile. Insisto nel dire che il rischio è quello di un impoverimento del sapere e di un abbandono dei centri della ricerca e della conoscenza. Sono temi che vanno affrontati con una forte capacità di innovazione, con passione e con un infinito sforzo per ridare prospettiva a tante storie, a tante realtà e tanti soggetti capaci, che rappresentano un patrimonio di valore incalcolabile per il nostro territorio. Il nostro impegno andrà dunque in questa direzione. Sentiamo come forza politica il bisogno di portare questo confronto ad un livello più alto, capace cioè di interessare il mondo della cultura e dell’impresa nella dimensione e visione descritta in queste settimane dal Sole 24Ore attraverso il Manifesto per la costituente della Cultura, caparbiamente promosso per riattivare “il circolo virtuoso tra conoscenza, arte, tutela e occupazione”. Un Manifesto fondato su cinque punti: 1. Una costituente per la Cultura. Sulla base della “semplice” constatazione che senza cultura non vi è sviluppo. E nemmeno progresso, mi vien d’aggiungere. 2. Pensare a un’ottica di medio-lungo periodo, simile alla ricostruzione economica del dopoguerra. 3. Cooperazione tra ministeri. 4. L’arte a scuola e la cultura scientifica. 5. Pubblico-privato, sgravi ed equità fiscale. Mi domando se vi è volontà e spazio per discutere con questa altezza, declinando nella nostra città quei riferimenti, per dare vita ad una buona pratica per la cultura anche a livello territoriale. Come si vede, nessuna invenzione ma un robusto e chiaro riferimento operativo. Infine, è di questi giorni il richiamo del Presidente della Fondazione Università di Mantova rispetto all’urgenza dell’impegno dell’Università di Pavia sul nostro territorio. Ecco, rispetto all’elenco delle criticità che avevo individuato nel mio intervento manca solo il Teatro Sociale. 
Massimiliano Fontana 
Segretario Provinciale PD Mantova