Se, da una parte, le donne dimostrano di eccellere in tanti settori, compresi gli studi universitari, sull'altro piatto della bilancia non c'è una pari rappresentanza femminile nelle "posizioni che contano", sia nel mondo imprenditoriale, ma soprattutto in politica e nelle istituzioni.
E' questa l'amara constatazione emersa durante la serata "Donne al potere (ovvero il potere alle donne)", organizzata alcuni giorni fa dal Centro Studi Amici di Via Corridoni. Ospite d'onore la senatrice PD Josefa Idem. A moderare la serata, l'avvocato Sara Zaniboni.
Numeri alla mano, non è facile essere ottimisti. Qualche esempio:
- è donna il 58% dei laureati, ma solo un docente universitario su 3 è donna;
- ancora più netto il divario se si parla di compensi: in media le donne percepiscono il 40% in meno dei colleghi maschi.
E per quanto riguarda la presenza nelle istituzioni? Le quote rosa hanno fatto molto, ma la bilancia è ancora troppo squilibrata. Attualmente, in Italia, solo il 14% dei sindaci e il 40% degli assessori è rosa.
Quello di Matteo Renzi si è distinto per essere il Governo italiano che, nella storia, ha visto il maggior numero di ministre. Mentre è la giunta De Luca quella più al femminile, con 6 assessori donna su 9.
"In politica per noi donne la strada è più difficile", ha detto Antonella Forattini, unico Segretario Provinciale PD donna in Lombardia. "Le quote hanno permesso di aumentare molto la presenza femminile e varie leggi consentono di conciliare famiglia e vita politica. Ne sono un esempio la norma contenuta nel Jobs Act che vieta le dimissioni in bianco e la legge sulla conciliazione vita-lavoro".
"Purtroppo, però, dal punto di vista culturale la strada da fare è ancora molta. Un cambiamento dovrebbe avvenire anche all'interno del mondo femminile: spesso le donne sono impegnate in ruoli importanti, ma difficilmente fanno rete. Invece, dobbiamo ricordarci che una donna vince solo se mantiene la propria identità senza emulare gli uomini. Le donne, così, possono portare una vera energia nuova, sensibilità e innovazione".
Sulla stessa linea Josefa Idem che ha raccontato il suo percorso di ragazza in uno sport avvertito come tutto maschile. Per arrivare, poi, in Parlamento dove ha cercato di portare avanti un difficile processo di riforma osteggiato dalle società sportive, ancora molto maschiliste.
"Le donne italiane, ormai, vincono più spesso degli uomini, ma la dirigenza sportiva è al 90% maschile. - ha testimoniato la senatrice - In questo panorama accade che le donne che riescono a fare strada, il più delle volte, sono quelle scelte dagli uomini a loro immagine e somiglianza".
"E' molto difficile far passare un cambiamento in questi organismi - ha concluso la Idem - ma l'unica soluzione è introdurre per legge quote obbligatorie. Le candidature femminili devono essere incoraggiate, mentre oggi le donne si arrendono in partenza".
"Purtroppo, però, dal punto di vista culturale la strada da fare è ancora molta. Un cambiamento dovrebbe avvenire anche all'interno del mondo femminile: spesso le donne sono impegnate in ruoli importanti, ma difficilmente fanno rete. Invece, dobbiamo ricordarci che una donna vince solo se mantiene la propria identità senza emulare gli uomini. Le donne, così, possono portare una vera energia nuova, sensibilità e innovazione".
Sulla stessa linea Josefa Idem che ha raccontato il suo percorso di ragazza in uno sport avvertito come tutto maschile. Per arrivare, poi, in Parlamento dove ha cercato di portare avanti un difficile processo di riforma osteggiato dalle società sportive, ancora molto maschiliste.
"Le donne italiane, ormai, vincono più spesso degli uomini, ma la dirigenza sportiva è al 90% maschile. - ha testimoniato la senatrice - In questo panorama accade che le donne che riescono a fare strada, il più delle volte, sono quelle scelte dagli uomini a loro immagine e somiglianza".
"E' molto difficile far passare un cambiamento in questi organismi - ha concluso la Idem - ma l'unica soluzione è introdurre per legge quote obbligatorie. Le candidature femminili devono essere incoraggiate, mentre oggi le donne si arrendono in partenza".