Un percorso di certo non facile, quello affrontato dal Partito Democratico in questi dieci anni, ma un percorso necessario che ha consentito di dare alla società italiana un modello di partito finalmente contemporaneo, europeo, post-ideologico.
In questi giorni festeggiamo i dieci anni del PD, o meglio,
i suoi primi dieci anni. Un’occasione per riflettere sulla strada percorsa fin
qui e per immaginare come vogliamo che sia il nostro partito nei prossimi dieci
anni.
In questo decennio il nostro partito ha dato molto alla
società italiana portando avanti battaglie fondamentali. Ma ha anche sofferto e
ha dovuto fare i conti con un sistema paese profondamente cambiato, oltre che
con un contesto nazionale e internazionale che rende complicato portare avanti
principi e valori di civiltà di fronte ai venti del populismo che soffiano
sempre più forte.
L’idea di Veltroni di una forza moderna che avesse la
vocazione maggioritaria nel suo statuto era lungimirante. Ma, in principio, è
stato un limite inserire in un soggetto nuovo le vecchie strutture e i
dirigenti dei due partiti fondatori. Questo ha determinato, fin dall’inizio,
una strada in salita per i democratici. Fino all’arrivo di Matteo Renzi che,
con la sua visione da outsider ha saputo dare quella ventata d’aria fresca in
grado di completare il progetto PD.
Oggi ci troviamo di fronte a nuovi ostacoli e a una fase
critica per il nostro partito, che dovremo affrontare coscienziosamente perché determinerà
il nostro futuro. Inutile dire che la sconfitta al referendum costituzionale è
stata un duro colpo e ha segnato il nostro percorso. Fino al recente
compromesso della legge elettorale, che ci riporta per due terzi al sistema
proporzionale e che, inutile negarlo, stride in parte con i nostri princìpi
statutari.
Il compleanno del Partito Democratico è, poi, un’occasione
per ragionare su cosa abbiamo fatto nel nostro territorio in questi anni e su
cosa ci attende. Abbiamo dato un notevole supporto in tutti gli appuntamenti
elettorali, anche quando a correre per i seggi delle amministrative erano
formazioni civiche, dimostrando così che il radicamento sul territorio di tanti
nostri circoli e il dialogo costante con i cittadini sono un bene prezioso che
pesa ancora molto.
Importante, poi, il lavoro intenso per formare giovani e
futuri dirigenti: crediamo che la preparazione sia fondamentale e che il “buon
governo” si basi sulla selezione dei migliori.
Spesso, però, pecchiamo di un eccesso di autocritica.
Purtroppo tendiamo, a volte, a mettere in discussione più il nostro operato di
quello dei nostri avversari. Nei prossimi mesi affronteremo appuntamenti
cruciali come le elezioni politiche e regionali. Serve uno sforzo da parte di
tutti per essere più uniti e compatti e per capire che non bisogna muoversi in
ordine sparso, cercando ciascuno il proprio riconoscimento personale, ma
lavorare insieme, anche con idee a volte differenti, anche discutendo e
confrontandoci.
Antonella Forattini
Segretario Provinciale Partito Democratico Mantova