


La condizione essenziale di sicurezza: una grande alleanza tra Stato e Comuni. Il PD ritiene che tutti i soggetti istituzionali debbano essere coinvolti per evitare sovrapposizione e confusioni di ruoli costruendo un sistema integrato di sicurezza, che funzioni sul modello dei Patti per la Sicurezza dal Governo Prodi. Il coordinamento tra le competenze nazionali, regionali e comunali è garantito da prefetti e questori. I sindaci presidiano i territori amministrati. Un modello integrato per difendere il diritto alla sicurezza si attua utilizzando una struttura cooperativa degli interventi di contrasto all'insicurezza, coinvolgendo tutti gli attori istituzionali nella committenza e tutte le forze di polizia nella attuazione: dalla polizia di stato in tutte le sue articolazioni, fino alle polizie locali o di comunità che vanno opportunamente valorizzate, fino al cittadino attivo e al cittadino violato considerando in questo senso, anche gli interventi di aiuto alle vittime di reati.
Amministrare città sicure, rigenerando i tessuti urbani. Il PD giudica fondamentale attuare la riforma costituzionale federalista del 2001. Per questo serve una Legge statale che disciplini le forme di coordinamento tra Stato e Regioni, che stabilisca in modo uniforme a livello nazionale gli ambiti amministrativi della polizia locale. Lo Stato, in accordo con le autonomie locali, deve adottare un Piano nazionale per finanziare le iniziative delle Regioni e dei Comuni in materia di prevenzione e assistenza sociale contro il consumo di droga, di alcool, la prostituzione, lo sfruttamento minorile e per fare investimenti in informazione, educazione, socializzazione. Vi sono anche altri temi, ad esempio alla violenza sulle donne o alla violenza negli stadi, che sono campi di intervento decisivi per un'efficace politica di sicurezza urbana e di contrasto alla percezione di insicurezza nella popolazione. In questi ambiti e nel rispetto delle prerogative di legge, Il Sindaco nel ruolo di rappresentante di comunità, è giusto che compensi vuoti normativi con l'utilizzo di ordinanze circoscritte.
2. Un nuovo modello di sicurezza per l’Italia. Gli organici e il funzionamento delle forze dell’ordine. Bisogna definire con chiarezza le modalità d’impiego e le responsabilità delle varie forze oggi esistenti. Bisogna poi mettere mano al ringiovanimento ed al rafforzamento degli operatori di pubblica sicurezza. Gli interventi più urgenti sono: 1) liberare agenti potenzialmente operativi dalle attività burocratiche e non operative; 2) per assumere nuovi agenti ritornare anche ai concorsi pubblici prevedendo l'assunzione di agenti di origine straniera o di seconda generazione, per favorire un modello di ordine pubblico adeguato a una società sempre più multiculturale; 3) adeguare le piante organiche degli operatori impegnati nelle attività di pubblica sicurezza; 4) integrare il personale civile di supporto per le funzioni amministrative, contabili e patrimoniali.
3. Legalità e certezza della pena. Le economie criminali sono la frontiera avanzata della lotta alle mafie. Gli interventi da realizzare sono chiari, sul lato politico: incandidabilità in caso di sentenze di 1°grado per reati di mafia e la perdita del diritto a rimborsi elettorali in caso di elezioni di candidati che risultino condannati per reati collegati alla criminalità organizzata. Sul lato di contrasto: 1) rendere subito operative le norme sulla tracciabilità dei flussi finanziari negli appalti pubblici, estendendo le stesse norme anche ai subappaltatori e ai subcontraenti;2) incrementare gli accessi delle forze di polizia e degli ispettori del lavoro nei cantieri; 3) introdurre il reato di autoriciclaggio; 4) aumentare i controlli agli intermediari finanziari che spesso nascondono attività di usura e di riciclaggio di capitali illeciti; 5) applicare in modo rigoroso la Legge 310/1993 che obbliga a comunicare alle questure tutti i trasferimenti di proprietà e di gestione dei terreni e servizi commerciali per monitorare in modo rapido e costante i passaggi di proprietà sospetti.